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Conferenza di
Rabindranath Tagore
20 giugno 1926

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L’associazione Pro Cultura Femminile è nata il 20 dicembre 1911 per iniziativa di un piccolo gruppo di insegnanti “moderne”, in un momento storico in cui erano pochissime le giovani che avevano il permesso di finire il liceo o di frequentare l’università, in quanto la cultura dell’epoca prevedeva che la donna si occupasse prevalentemente della casa e dei figli.
Per questa ragione, chi non faceva parte di una famiglia illuminata, si trovava in un vero isolamento intellettuale, in quanto le donne non potevano accedere alle poche biblioteche pubbliche dove “avrebbero potuto trovare dei testi non adatti”.

Nonostante questa atmosfera prevalente, nel 1911, sulla falsariga della Società di Cultura fondata nel 1898 e riservata ai soli uomini, fu un’idea rivoluzionaria la fondazione della Pro Cultura Femminile, associazione di genere, apartitica e aconfessionale che, mentre a Torino si spegnevano le luci della grande Esposizione Universale, accendeva il faro di un nuovo polo avente come scopo principale il “fare cultura al femminile”.

Fin dall’inizio, in un locale della Scuola Normale Maria Laetitia, in cui insegnavano le fondatrici, fu costituita una prima biblioteca con 150 libri portati dalle prime 150 socie, tutte o quasi studentesse.
In seguito, con il benestare delle famiglie ed in una sede propria, si organizzarono anche conferenze, concerti, corsi e mostre offrendo alle giovani donne, non solo la possibilità di accedere ad un luogo “idoneo”, fuori casa, in cui ritrovarsi per ottenere libri in lettura, ma anche la possibilità di partecipare con le proprie insegnanti a gite culturali e sportive in città e fuori
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Peculiarità dell’Associazione non è comunque stata solo la costituzione della “Biblioteca”, ma l’aver anche svolto, con le sue molteplici attività, un’azione fondamentale per aiutare le donne ad allargare i loro orizzonti culturali.
La biblioteca iniziale, che crebbe in modo esponenziale, oggi è composta da circa 43.000 opere ed offre un ampio panorama della cultura europea del ventesimo secolo e dei classici della letteratura mondiale, con particolare riferimento alla letteratura francese. Vanta alcuni testi oggi introvabili e annovera numerose sezioni di cultura generale, di narrativa e di critica letteraria italiana e straniera. La Biblioteca della Pro Cultura, fu un salotto “culturale” che portò, nell’anno 1922, più di 1800 donne a iscriversi, cifra mai più superata, anche se le socie sono comunque sempre state numerose. 
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Al momento, in mancanza di una sede atta a contenerlo, il preziosissimo patrimonio librario di cui si sono avvalse, oltre alle socie, molte illustri personalità della cultura, è stato affidato alla Biblioteca Civica del Comune di Torino che lo custodisce con cura in un suo deposito, in attesa e nella speranza di poterlo un giorno rendere di nuovo agevolmente fruibile.

Essendo vivo fin dai primi anni di esistenza l’interesse della Pro Cultura per il sociale, le socie trascrissero una parte dei libri e costituirono una biblioteca in Braille alla quale i non vedenti poterono accedere in sede fino al 1956, quando i libri vennero donati al “Madrinato della luce”.

Nel gennaio del 1919, quando pareva imminente la concessione del voto alle donne, (ricordiamo che le italiane hanno avuto il diritto di votare per la prima volta solo nel 1946), la Pro Cultura Femminile organizzò un primo Corso di cultura politica. Dopo la guerra, nel giugno 1945, quando si riaprì la sede di Torino e alle donne fu finalmente concesso il voto, un secondo corso orientativo fu tenuto da esponenti dei vari partiti politici per prepararle al suffragio universale.

Per meglio informare le socie, l’associazione nel 1914 iniziò la pubblicazione di un Bollettino mensile che conteneva i riassunti delle conferenze, i programmi degli itinerari fuori sede, le recensioni di libri e, dal 1920, la segnalazione delle novità librarie.

Negli anni della seconda guerra mondiale la pubblicazione del bollettino fu sospesa, ma la sede fu invece, almeno periodicamente, tenuta aperta sfidando il pericolo delle bombe. Quando infine la sede fu colpita da un bombardamento che, incendiando la sala di lettura, causò la perdita di 2000 volumi, si aprirono due succursali della Pro Cultura, una a Torre Pellice e l’altra a Ceres, località che nel 1942 ospitavano numerose socie, e questo permise di salvare molta parte della biblioteca e di non interrompere l’attività.  

Gita a Sant’Antonio di Ranverso. 16 maggio 1912

Nel 1930, quando ancora mancavano in città le sale di esposizione, vede la luce la sezione Arti Figurative, e si organizzano in sede interessanti mostre di libri, pittura, scultura, artigianato.
Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, nasce l’iniziativa della Vetrina del Melodramma e in seguito l’associazione, con il cambiamento del clima culturale e con l’ulteriore evolversi della posizione della donna nella società, amplia la sua offerta di attività per adeguarsi alle nuove esigenze delle socie.
In collaborazione con il Teatro Stabile e con il Teatro Z nel 1948 viene fondata anche una Sezione Teatrale e nel 1964 nasce il Cine Club della ProCultura, che immediatamente riscuote enorme successo.          

Fin dall’inizio l’associazione non si dedicò solo alla cultura femminile, ma volle dare anche un contributo alla città, per cui nel 1919 fu costituita la Pro Cultura Musicale, sua sezione autonoma, aperta alla cittadinanza tutta e per la quale suonarono a Torino i più insigni esecutori e compositori del mondo. Ne citiamo solo alcuni: Wilhelm Backhaus, Arturo Benedetti Michelangeli, Edwin Fisher, Walter Gieseking, Wladimir Horowitz, Wanda Landowska, Yehudi Menhuin, Gregor Piatigorski, Ottorino Respighi, Arnold Schönberg, Igor Strawinsky. L’organizzazione di stagioni concertistiche annuali di altissimo livello, con una ricca serie di prime esecuzioni assolute in Italia, fece sì che divenisse una delle più importanti società musicali europee.
Nel 1956 si trasformò in Società di Musica da camera, rimanendo attiva fino al 1964.

Non possiamo elencare tutti gli illustri conferenzieri che si sono succeduti nelle sale delle diverse sedi dal 1911 in poi. Ne nominiamo come esempio alcuni che sono già passati alla storia: Albert Béguin, Ferdinando Neri, Ildebrando Pizzetti, Gaetano Salvemini, Rabindranath Tagore, Adolfo e Lionello Venturi.

Nel 2002 l'associazione è stata costretta a chiudere la propria sede e, come già detto, ad affidare il suo patrimonio librario alla Biblioteca Civica di Torino. Per la stessa ragione da allora gli incontri culturali sono ospitati nella prestigiosa Sala conferenze dell'Archivio di Stato, piazzetta Mollino 1.

Durante la prima guerra mondiale inoltre, l’associazione fornì alle iscritte i modelli e la lana per realizzare indumenti a maglia da inviare ai soldati al fronte; contemporaneamente nacque l’iniziativa delle Stanze, una ventina di locali, sparsi nella città, dove venivano intrattenuti i bambini dei richiamati al fronte nelle ore in cui le madri erano al lavoro. Da ricordare inoltre la fondazione della Scuola Torino, a Sant’Angelo di Cetraro, in provincia di Cosenza, una zona allora depressa del Meridione.

Un gruppo di socie - 7 gennaio 1933

Una sala della sede di corso Vittorio Emanuele II